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LA MIA FILOSOFIA YOGA

 

Pur fondando il mio Yoga sugli insegnamenti di grandi maestri quali B.K.S. Iyengar, Gabriella Cella, nonché del maestro Śri Desikachar (figlio ed allievo di Śri Krishnamacharya ed allievo anche di Jiddu Krishnamurti) è proprio da quest'ultimo che deriva la mia filosofia Yoga: adattare sempre e comunque la pratica alla persona che mi trovo di fronte. E questo vale sia in lezioni individuali che in quelle di gruppo.

 

Per chi non conosca nulla della pratica, vediamo un po' cos’è Hatha Yoga? In sanscrito Hatha ha due significati: Sole (Ha) e Luna (Tha) il primo e, “forzato” il secondo, per via della natura potente della pratica. Sole e luna rappresentano i due poli opposti che uniscono le energie sottili del corpo. Yoga significa “unione”. In pratica, Hatha-Yoga è un mezzo attraverso il quale si può entrare in contatto con la parte più intima di sé, sintonizzandola al “tutto” cosmico (l’universo) sia attraverso l’esecuzione di particolari posture (le ASANA), sia attraverso l’uso cosciente del respiro che consente all’energia (PRANA) di circolare.

 

Durante la pratica Yoga, quindi, vi è un flusso costante di prana, l’energia vitale che ci consente di vivere, attraverso il respiro e non solo (anche attraverso al cibo immettiamo energia, ad esempio). Ogni qualvolta respiriamo, infatti, avviene uno scambio continuo di prana interno ed esterno, che ci consente di sentirci rinnovati, purificati, vivificati e più in sintonia con l’universo tutto. E al termine della pratica attiva, si concede al proprio corpo-mente un meritato RILASSAMENTO guidato (Yoga Nidra)!

 

La particolarità dell'abbinamento di Haṭha Yoga e Yoga Nidra (rispetto ad altre forme di Yoga o di rilassamento psicologico, quale ad es. il Training Autogeno, T.A., che è una sistematizzazione dello Yoga Nidra sotto forma di vero e proprio training svolta nel 1900 ad opera del Dr. Schultz) risiede proprio nella fase attiva fisica che, inizialmente, conduce l’allievo a una Mindfulness “inconsapevole” (consapevolezza-inconsapevole): ogni singola postura richiede estrema attenzione e concentrazione nonché ricerca dell’equilibrio, il ché porta a vivere pienamente il “qui ed ora” ed a evitare la “fuga del pensiero”.

Ciò avviene snza che tale “manovra” parta dalla mente: è quindi attraverso un agire fisico (che implica un coinvolgimento mentale) che si riesce ad attivare un processo, che a sua volta consente l’insediamento di un’attitudine mentale. Con il prosieguo della pratica tale consapevolezza diviene parte integrante della pratica stessa e soprattutto porta a trasferire tale atteggiamento ad altri ambiti di vita.

 

Per meglio comprendere, cerchiamo di capire cosa NON sia Hatha-Yoga… NON è competizione, NON è prestazione, NON è stretching. La pratica di Hatha-Yoga è piuttosto attivazione cosciente e controllata. Essa può consentire un’attenzione al “qui ed ora” senza atteggiamento giudicante e con la massima accettazione di sé. Come? Prestando un’attenzione affettuosa e compassionevole al proprio CORPO, al proprio RESPIRO, alle EMOZIONI che emergono durante la pratica Yoga, ACCETTANDO sia quelle positive sia quelle negative, lasciandole prima fluire e, in seguito, libere di andarsene. In tal modo si può giungere, con pazienza, ad amare ed accettare il proprio corpo (che, non dimentichiamo, è sempre un tutt’uno con la nostra mente).

Amarlo con i suoi limiti, diversi per ognuno di noi. Così facendo, si potrà accogliere ogni nuovo movimento con piacevole curiosità, senza sfidarsi aggredendo le posture da assumere, ma cercando di migliorarsi gradualmente e pazientemente.

 

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